Codice Ratzinger: un altro prete lascia Bergoglio e passa col vero papa Benedetto XVI
Un altro sacerdote ha capito che Benedetto XVI è l’unico papa e, nel mese di maggio, ha scritto una formale dichiarazione al proprio vescovo che, dietro sua stessa autorizzazione, vi riportiamo di seguito
Un altro sacerdote ha capito che Benedetto XVI è l’unico papa e, nel mese di maggio, ha scritto una formale dichiarazione al proprio vescovo che, dietro sua stessa autorizzazione, vi riportiamo di seguito. Per motivi di delicatezza abbiamo omesso il suo nome, ma presto se ne sentirà parlare.
Appena uscito il libro “Codice Ratzinger”
Cosa notevole, il padre, austriaco di nascita, ma italofono, ha maturato questa scelta anche in seguito all’inchiesta dello scrivente, come argomenta lui stesso citando il libro appena pubblicato per i tipi di ByoBlu “Codice Ratzinger”.
Ancora più interessante è che il sacerdote prima era convinto dalla teoria dell’”errore sostanziale”, cioè che il Santo Padre Benedetto XVI si fosse “sbagliato” a scrivere la Declaratio delle presunte dimissioni perché la sua concezione del papato sarebbe stata viziata da antiche scivolate moderniste che, come tanti, avevano influenzato 60 anni fa anche il giovane teologo Ratzinger. Errori dai quali lui stesso si era poi pubblicamente emendato dopo l’incontro con il “grande teologo” (come da lui definito) Hans Urs von Balthasar, grande antagonista del supermodernista Karl Rahner, vero “vincitore” del Concilio.
La tesi dell’errore sostanziale, infatti, non regge di fronte alla dimostrazione, ormai enciclopedica, delle frasi in Codice Ratzinger, certificate da diversi specialisti, con cui, come ormai sapete, lo stesso Benedetto XVI descrive la sua situazione canonica di sede impedita nella quale si trova.
Il coraggioso sacerdote austriaco, ora, potrebbe incappare nella “misericordia” dell’antipapa Francesco, come già don Minutella, appena “ridotto allo stato laicale” senza alcun processo canonico. Un passo falso non da poco per Bergoglio: se c’è un atto nella vita della Chiesa che deve essere chiarissimo e inequivocabile è proprio quello della abdicazione-elezione del papa: papa dubius, papa nullus.
Infatti, se Francesco avesse “le carte in regola” per fare il papa, la questione con don Minutella e tutti gli altri ecclesiastici che hanno dichiarato la verità, (cioè che Benedetto è il papa), si sarebbe potuta risolvere in mezzo pomeriggio: un incontro chiarificatore, anche con un vescovo che avesse spiegato a don Minutella come l’abdicazione di Benedetto e l’elezione di Bergoglio non presentassero il minimo problema legale. E invece no: due scomuniche (due!), pestaggi mediatici, hackeraggi, persecuzioni, bullismo dei confratelli e ora una pseudo riduzione allo stato laicale. “Pseudo” perché tutti i provvedimenti comminati dall’antipapa sono nulli, come spiega il frate Alexis Bugnolo.
Ed ecco la lettera del sacerdote austriaco
Caro Vescovo …,
desidero informarvi che non posso più celebrare la Messa in unione con Papa Francesco, poiché ritengo che non sia il Papa legittimo. Credo che Benedetto XVI sia ancora il Papa legittimo, perché con le sue dimissioni non ha rinunciato al munus petrino, ma solo al “ministerium”, l’esercizio pratico, esterno di questo ufficio (cfr. can. 332 §2).
Con la sua rinuncia (peraltro differita n.d.r.) al “ministerium”, però, Benedetto si è anche volontariamente collocato in “sede impedita”, (canone 412), ed è per questo che egli può parlare da questa “prigione” solo in modo codificato. In questo contesto, da tempo si parla anche di “codice Ratzinger”. In questi giorni è stato pubblicato in Italia un libro di Andrea Cionci che ne tratta.
“Altri fatti – come l’esistenza della cosiddetta “Mafia di San Gallo”, la lobby di cardinali progressisti che voleva impedire a Benedetto di diventare Papa già nel 2005, o il fatto che Benedetto continui a indossare la talare bianca, abbia mantenuto il suo nome, permetta che ci si rivolga a lui con “Santità”, che si firmi come il legittimo Romano Pontefice con P.P. (Pater Patrum) e dia la Benedizione Apostolica, o anche che il cardinale Bergoglio abbia cancellato il titolo di “Vicario di Cristo” per se stesso – sono ulteriori pezzi del puzzle che, per me, formano un tutto.
Alcuni sostengono che l’adesione del Collegio cardinalizio, dottrina delll’ “Universalis ecclesiae adhaesio” al cardinale Bergoglio abbia portato a una “sanatio in radice” del conclave 2013. Tuttavia, tale adhaesio può sanare solo le imperfezioni di un conclave legittimo, ma non un conclave illegittimo in sé, poiché Benedetto non aveva abdicato legittimamente.
La sede impedita
I cardinali riuniti per questo conclave illegittimo non si erano accorti che Benedetto era entrato nella “sede impedita” perché questa non può essere dichiarata esplicitamente: esiste semplicemente, di fatto.
San Roberto Bellarmino considerava solo ipoteticamente possibile che un papa legittimo possa cadere in eresia. Anche se così fosse, perderebbe ipso facto l’ufficio papale. Bergoglio ha già abbandonato la sana dottrina cattolica in diverse occasioni, il che non fa che confermare che gli manca l’assistenza dello Spirito Santo in materia di dottrina che è promessa all’ufficio petrino. Il Catechismo della Chiesa Cattolica dice, infatti, al numero 892 che l’assistenza divina è data al Vescovo di Roma, pastore di tutta la Chiesa, anche quando esercita il magistero ordinario, cioè non solo quando parla “ex cathedra”.
So che questo passo è serio e comporta delle conseguenze. Ma lo faccio nella fiducia che il Signore mi aiuterà e mi assisterà e che presto altri cardinali, vescovi e sacerdoti chiedano con coraggio un’indagine sulle dimissioni di Benedetto e alzino la voce per evitare ulteriori danni alla Chiesa e preparare la strada per un suo vero rinnovamento.
Rimango con la richiesta che a questa mia decisione non si reagisca semplicemente con sanzioni, ma che le ragioni che ho esposto vengano confermate o confutate in modo intellettualmente onesto.
Le benedizioni di Dio per il suo non facile ministero di pastore,
Don …